Edipo a… Ceppaloni 2^
Credo che l’errore fondamentale commesso dalla sinistra ceppalonese sia stato quello di essersi rinchiusa in un solipsismo esasperato. Ha avuto paura del confronto sia all’interno che all’esterno. Già le primarie, tenute poco prima delle elezioni politiche, avevano mostrato le prime crepe, diventate, in pochi mesi, delle vere e proprie voragini.
Ceppaloni fu uno dei pochi paesi dove Tabacci risultò il primo eletto; emerse e vinse, in quella consultazione, una linea politica, completamente assente nel paese, che mise in evidenza una anomalia che rispecchiava la confusione, l’incomprensione e l’incomunicabilità esistenti tra le varie anime del partito che, però, continuarono a convivere nelle loro private autoreferenzialità .
Non mancarono incontri tra le forze politiche di opposizione presenti nel Comune per costruire una alternativa credibile che, poi, era la sola strada per contrastare, in maniera seria, la “corazzata” Cataudo. Ma chi è stato presente agli incontri racconta di rappresentanti politici confusi, afasici, il cu unico interesse era concentrato nell’affermare che il primo cittadino non poteva non uscire dal proprio gruppo, ma nessuna proposta concreta di programma venne espressa per tentare un inizio di discussione. In tal modo cercavano una impossibile quadratura del cerchio.
Nel vuoto, soprattutto, della sinistra, si inserì con destrezza il coordinatore comunale del PDL del Comune che, col presentare la propria candidatura a sindaco con molto anticipo, spezzò definitivamente le ali a chi, ancora a pochi giorni della scadenza dei termini per presentare l’eventuale lista, discuteva del “sesso degli angeli”. Per cui, se da una parte il PDL ha dato la possibilità ai cittadini di poter scegliere tra schieramenti contrapposti, dall’altra chissà che una minore fretta avrebbe potuto permettere una “ grande intesa” per la formazione di una forte opposizione che è necessaria per una reale vita democratica del paese che si costruisce non attraverso il monologo di una forza politica con se stessa, ma con un dialogo che solo può essere di aiuto nell’individuare e nel cercare di dare risposte positive ai pur tanti problemi che esistono nel paese. Purtroppo, il mancato accordo ha comportato la sconfitta storica e definitiva della sinistra, a mio avviso, e la presenza alla competizione amministrativa del PDL che non poteva sostenere, da solo, una lotta rivelatasi da subito impari che non poteva contrastare l’urto micidiale del duo Cataudo- De Blasio( senza nulla togliere agli altri candidati) di cui si conoscevano tutte le potenzialità che, tradotte in atto, si sono abbattute come un vero e proprio tsunami sulla lista avversaria.
Non poco, però, ha giocato anche l’entrata in vigore della nuova legge elettorale che prevede un Consiglio Comunale formato soltanto da sette consiglieri di cui cinque della maggioranza e due della minoranza, rispetto ai venti consiglieri della passata Amministrazione. Convinti un po’ tutti della vittoria della lista presentata da Claudio Cataudo, a cui sarebbero andati cinque consiglieri su sette, non restavano, per la minoranza consiliare, che due posti liberi di cui uno sarebbe stato occupato dal candidato sindaco e l’altro sarebbe stato conquistato dal candidato che avrebbe conquistato il maggior numero di preferenze. Nel caso, invece, fosse stata presentata una terza lista, la situazione sarebbe diventata ancora più drammatica, perché se si fossero verificate alcune condizioni( la terza lista avrebbe dovuto prendere la metà dei voti della seconda lista) sarebbero stati eletti, per la minoranza, soltanto i due candidati a sindaco. Va da sé che in simili condizioni dodici persone avrebbero dovuto candidarsi sapendo a priori che nessuno sarebbe stato eletto e il loro compito consisteva semplicemente nel far confluire più voti possibili alla lista di cui facevano parte per permettere l’elezione del capolista! Questo è il quadro entro il quale si sono svolte le elezioni amministrative di fine Maggio che hanno decretato un successo netto di una compagine che negli ultimi cinque anni già ha amministrato il nostro Comune. La percentuale di voti con la quale ha vinto, nemmeno porta a muovere qualche critica, eventualmente ce ne fossero, rispetto alle cose fatte e da fare perché un consenso così ampio lo merita soltanto chi bene ha agito nell’interesse dei cittadini. Perseguendo l’interesse comune sopra tutto. Era difficile competere con la lista presentata dal dott. Claudio Cataudo, ma l’unico modo per “giocarsela” era quello di presentare una lista di grande intesa: sia a sinistra che nel PDL erano consapevoli di tale realtà . Però sono andati “in direzione ostinata e contraria”.Perché? Mah! Sono gli arcani della “politique politicienne”.
Beniamino Iasiello
