Il tempo del pensionato

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benjamin

Kronos e Kairòs: due aspetti del tempo con cui gli antichi greci indicavano, rispettivamente, la dimensione quantitativa , cioè il tempo che scorre, la vita che passa, e quella qualitativa, nel senso che è il tempo in cui accade qualcosa di importante che segna la nostra vita.

 

A questi ne aggiungo un altro che non poggia su nessuna riflessione filosofica, metafisica, teologica ma è una condizione esistenziale: il tempo del pensionato. Che si presenta come un ritorno alle origini, un rinchiudersi nel “ventre” del paese che, però non è più quello della sua gioventù; è un paesaggio diverso, sia fisico che antropologico: manca la piazza intesa come incontro – scontro dialettico - costruttivo, mancano gli amici, alcuni andati via per sempre, altri non motivati ad uscire per salute o per disinteresse rispetto agli eventi della comunità. Diciamo che anche le piccole comunità, oggi, non sono più paesi per vecchi. I baby boomers, come me, nati dopo della 2^ guerra mondiale non sono altro che … residuati di guerra[1].

 

 

Ritornerò sull’aspetto del tempo perché è un tema che affascina, per il momento dico solo che questa riflessione nasceva mentre, in macchina, ricordavo che, nel mese di marzo di qualche anno fa, il Covid si portò via un mio cugino al quale mi legava un affetto fraterno che poggiava su una frequentazione che non era mai banale.

 

Tanti gli episodi che, ancora oggi, affollano la mente: Ceppaloni, S. Croce, Avellino, Napoli, i bagni al mare, la comune passione per Fabrizio De Andrè, per la cinematografia e le colonne sonore, il futuro dei figli e dei nipoti; le piccole e grandi cose della vita di cui resta un ricordo chiaro, impresso nella mente, e che fanno intendere come la morte non cancella la memoria di quelle persone che, in fondo, continuano ad essere presenti nel tuo cammino.

 

Sembra solo ieri! E sono giĂ  trascorsi 4 anni!!!

 

Ecco, il tempo del pensionato: una sorta di sospensione del tempo dove il passato, che non passa, continua a vivere nel presente vivificato dalla forza del ricordo.

 

Concludo con alcuni versi di Fabrizio De Andrè che ci ricorda come viviamo semplicemente vivendo nel tempo …

 

Vola il tempo, lo sai che vola va

 

Forse non ce ne accorgiamo

 

Ma piĂą ancora del tempo che non ha etĂ 

 

Siamo noi che ce ne andiamo.[2]

 

Il modo migliore per ricordare chi non c’è più e per non dimenticare che…

 

la morte ci sorveglia

 

gioir nei prati o fra i muri di calce

 

come crescer il gran guarda il villano

 

finchĂ© non sia maturo per la falce[3].                                                                                        

 

E’ il tentativo di esorcizzare la compagna estrema? Chissà! Certo è che il tempo che vola, qualche volta porta con sé qualche triste pensiero che, però, viene superato con un sorriso e un po’ di leggerezza fino a quando non finiranno i giorni messi a nostra disposizione.

 



[1] Eppure in America si contendono la leaderschip, per i prossimi 4 anni, due ottuagenari: Joe Biden e Donald Trump

[2] Fabrizio De Andrè: Valzer per un amore, dall’Album “Canzoni”, 1974.

[3] Fabrizio De Andre’: Da “Tutti Morimmo a Stento”, 1968, due invocazioni e un atto di accusa.

 

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