Il castello di Ceppaloni

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ceppalonidi Luigi Mauta

Il castello di Ceppaloni, definito anche come castello Pignatelli, è posto su un’alta collina tra la montagna di Montefusco e la città di Benevento, con un’ampia visuale sulla valle del Sabato. L’ipotesi che il luogo fosse abitato in epoca preromana e che Ceppaloni nasca come un’antica rocca Sannita per guardare lo stretto di Balba, un’insenatura tra due dossi montuosi che in passato veniva chiamato “Barbae”, la più antica frazione di Ceppaloni, non sembra un’ ipotesi da scartare.

 

Dopo la conquista del Sannio da parte dei Romani la vallata sorvegliata dal castello fu percorsa da due strade importanti che si univano a Benevento: la via Appia, che cingeva il Monte Mauro per dirigersi verso Ampollosa, e la via Aquilia che attraversava lo stretto di “Barbae”. Il nome Ceppaloni compare per la prima volta in un diploma del 878 quando il principe Adelgiso donò a Criscio il monastero benedettino di Ceppaluni. Non essendoci mai stato un attento esame sull’origine di questo paese le ipotesi in merito al toponimo “Ceppaloni” abbondano. In passato si pensava  che derivasse da Cibale, divinitĂ  pagana a cui era consacrato un altare nella zona. Il nome poi fu modificato in Cibatone. Basandoci, invece, su antichi documenti troveremo diversi toponimi di “Ceppaloni” come Cippaluno, Cepalone, Ceparone, Ciparuno, Ceppelone e Ceppelunga, quest’ultima derivata da “ceppe lunghe”, fusti sottili di alberi. Falcone Beneventano ci offre invece il primo documento che rimanda all’esistenza di un castello a Ceppaloni di epoca normanna. Il territorio passa dalle mani dei Benedettini a quelle normanne “per assicurarsi il controllo della Valle sottostante e della cittĂ  papalina di Benevento”. (A. Meomartini). Nel Marzo del 1114 il Signore di Ceppaloni fu Raone e, se si pensa che la dominazione normanna prende corpo dal XI sec., si può affermare che Raone fu il primo Signore di Ceppaloni. Nel 1127 il paese è nominato in occasione delle lotte tra Rainolfo, che appoggiava il Papa Onorio II e il Conte Ruggero II di Sicilia. Questi, non ottenendo dal Papa l’investitura del Ducato di Puglia, con l’aiuto di Raone di Ceppaloni, catturò molti beneventani e li condusse prigionieri alla rocca di Ceppaloni. Nel 1138 Raone di Fragneto fece abbattere tutte le vigne di Benevento e come risposta il Re Ruggero con tutta la cittĂ  “Ceppaluni… obsedit”, nello stesso giorno distrussero le case del villaggio e poi il castello, radendolo letteralmente al suolo. Però questa distruzione viene contraddetta dall’Abate Telesino, contemporaneo del re Ruggero, che vi descrive la visita del re al castello. Per ovviare a questa testimonianza scritta, molti storici, tra cui il Meomartini, pensano che la visita sia avvenuta dopo la distruzione del castello per ricostruirlo nuovamente. Il nome della localitĂ  ricompare nel 1229, quando Ceppaloni viene incendiata dall’esercito pontificio ma immediatamente ricostruita visto che compare in un documento del 1320. Dopo circa venti anni viene citato il castrum Cepelloni da una bolla papale della seconda metĂ  del XIV secolo. Verso la fine del 1500 si estinse la dominio spagnolo sul territorio di Ceppaloni che fu venduto alla famiglia Cosso e poi, nel XVII sec., ai Leonessa che lo governarono per circa 170 anni. Nel XVIII sec. il Principe Giovanni Pignatelli, sposando Carolina della Leonessa, divenne Signore di Ceppaloni e abitò nel castello che prende il nome di castello Pignatelli. Quando i coniugi Pignatelli lasciarono il castello esso fu diviso e abitato da molte persone fino a pochi anni fa. Dopo aver evacuato le ultime famiglie che avevano ridotto questo imponente castello in un’abitazione multipla il Comune sta eseguendo i lavori di restauro/ristrutturazione dell’intero edificio. Il monumento ha un forma planimetrica trapezoidale o la si può vedere anche come triangolare che genera al suo interno una corte che segue a grandi linee la forma esterna. Se si percorre l’edificio al di fuori sembra tutto all’apparenza molto omogeneo, però entrando all’interno comprendiamo quanto sia pregevole ma anche sottovalutato questo castello. L’edificio ha avuto due importanti ricostruzioni: la prima si sarebbe svolta dopo la dominazione benedettina della zona: la struttura poteva avere le tipiche particolaritĂ  della roccaforte in pietra, mastio e cortile. Di ciò non resta nessuna traccia se non la certezza che per la nuova struttura furono reimpiegati materiali usati per la precedente e che la seconda sorgerebbe nello stesso luogo della prima. La successiva ricostruzione risalirebbe a qualche anno dopo la distruzione beneventana del castello del 1138, ed è ciò che noi vediamo in parte oggi. Comunque questo gioiello di architettura medievale doveva avere le caratteristiche strutturali delle fortezze dell’epoca. Speriamo che dopo i lavori di restauro questa roccaforte, considerata uno dei monumenti piĂą antichi del Sannio, rimasta “intatta” nei secoli, venga valorizzata adeguatamente.

Fonte: Il Sannio Quotidiano

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